giovedì 30 aprile 2009

La sera di Valpurga

Anche questa volta gli Svedesi non si smentiscono e, come succede per il Natale ed altre festività, danno più importanza alla vigilia che non al giorno di festa stesso.

Ad esser sinceri in questo caso la differenza con la vigilia di Natale è enorme perché questa volta 30 aprile e primo maggio sono due festività totalmente scorrelate tra loro.

La processione che inizia da Stortorget

Infatti se il Primo maggio è la famosa festa dei lavoratori, il 30 aprile è la notte di Valpurga o, alla svedese, Valborg.

La festa ha lontane origini così come la simbologia ad essa associata. Tanto lontane che varie persone mi hanno dato spiegazioni diverse, segno che si è praticamente arrivati alla leggenda. Che abbiano avuto origine per scacciare le streghe o le bestie feroci o per scacciare la notte non ha importanza, sta di fatto che la Svezia si accende tutta con vari falò.

Il falò di Riddarholmen

In particolare io ho partecipato alla processione che è andata da Stortorget (a Gamla Stan) a Riddarholmen. E non sono stato il solo visto che, oltre a me ed ai ragazzi italiani con cui sono andato, c’era praticamente mezza Stoccolma.

Processione attraverso Gamla Stan

Potrei giurare di non aver mai visto tanti svedesi tutti insieme.

Per chiudere la serata siamo andati dall’ottimo Va Piano dove ho preso i soliti fusilli gorgonzola e noci, una prelibatezza.

sabato 25 aprile 2009

More than expected

Oggi sono andato ad un seminario su una nuova tecnologia di mamma Microsoft (per i più azzeccati, si tratta di Microsoft Azure).

Nonostante il seminario sia stato tenuto interamente in svedese, quando al termine i miei colleghi mi hanno chiesto se avevo capito, ho risposto con un laconico “more than expected” anche se in realtà ho recepito perfettamente il senso generale della conferenza perdendo solo pochi dettagli, credo.

Confesso di aver temuto di non capire nulla per tutto il tempo, ma gli ultimi residui delle fiammelle pentecostali mi hanno permesso di partecipare attivamente al seminario (facendo anche 2 domande, in inglese).

Non vuol dire nulla, ma nella sua semplicità, questa cosa mi ha strappato un sorriso.

giovedì 23 aprile 2009

Ritorno a casa

Cosa vuol dire “ritorno a casa”? Ci pensavo sull’aereo che mi portava a Napoli per le vacanze di Pasqua ma non sono riuscito a trovare una risposta.

Certo a Napoli ho la mia famiglia ma, per il resto, la mia vita napoletana si sta a poco a poco assottigliando fino a scomparire del tutto. Già i miei “amici” sono sparsi per l’Europa. Se a questo aggiungiamo che l’ultima situazione pendente è stata definitivamente risolta, alla fine ci si rende conto che della vita napoletana resta veramente poco.

Festa di compleanno della mamma ;)

Anzi no, resta tantissimo. Restano i ricordi più o meno felici, ma comunque importanti, dei tempi che sono o che furono... Ma a Napoli non è rimasto più alcun tassello del mio futuro. Al più sono rimasti i rimpianti di alcune cose che sarebbero potute essere e che non saranno mai, anche, e soprattutto, per alcune mie scelte. Scelte che non rimpiango e non rimpiangerò mai ma, dopotutto, “There Ain't No Such Thing As A Free Lunch”.

Per concludere, eccovi due pezzi di vita napoletana. Sopra, una delle foto fatte alla festa di compleanno di mia madre e, sotto, uno degli animali di casa. Non lasciatevi incantare dalla foto, se l’abbiamo chiamato Attila ci sarà un perché.

Attila in versione cucciolosa

domenica 12 aprile 2009

Terremoto in Abruzzo

Sappiamo tutti cosa è successo meno di una settimana fa nella provincia de L’Aquila quindi non starò qui a parlare delle scosse che ancora scuotono la terra e delle tante vittime.

Parlerò invece delle storie belle e brutte che ruotano intorno a questa immane tragedia.

Innanzi tutto voglio parlare dei volontari della Protezione Civile. Persone come noi che hanno una vita normale ma che, proprio come nei fumetti, si trasformano in supereroi quando ricevono un sms. Ascoltavo in radio la storia di un volontario che ha ricevuto la chiamata alle armi da parte della protezione civile a pochi minuti dalla prima scossa. E molti di loro erano già sul posto il giorno dopo aiutando gli scavi ed allestendo i campi d’accoglienza.

Da solidarietà reale a solidarietà virtuale. Nei giorni successivi la prima scossa tutto il mondo di internet si è mobilitato per aiutare le popolazioni colpite. Ma aiutare come? Mettendo fiori e cuoricini nel nick di Msn o entrando a far parte dei più svariati gruppi sui vari social network tipo Facebook. Utile assistenza. Se a questo si aggiungono quei geni che fanno terrorismo psicologico scagliando un pesantissimo macigno contro chi, in questi giorni, ha avuto il coraggio di usare Facebook per quello per cui è nato, ovvero mostrare proprie foto e permettere a tutti di farsi i fatti propri, e non per strapparsi i capelli in un’ondata di compassione collettiva, direi che il quadro dell’ipocrisia del nuovo popolo della internet all’italiana è completo.

Ma, come ben sappiamo, quando si tocca il fondo, è il momento di iniziare a scavare. Ed è in quel momento che sulle macerie ancora fumanti iniziano a camminare gli sciacalli di ogni sorta e modello. Da i classici sciacalli di appartamento, ne sono stati beccati con una refurtiva di 800.000 euro, a quelli più evoluti, che accettavano donazioni via Facebook. Infine, quelli peggiori, gli sciacalli mediatici, gente che si vantano delle quote di share raggiunte grazie ad una disgrazia del genere.

Poi voglio scrivere una cosa che non avrei mai pensato di scrivere. In questa tragedia sono stato molto colpito dalle parole e dalle azioni di una persona, il nostro “amato” Presidente del Consiglio. Difficilmente credo che lo voterò mai, ma in questa situazione trovo si sia comportato decisamente bene. Spero solo che le tante parole dette abbiano un seguito reale, non come quelle dette a San Giuliano quasi 7 anni or sono.

Non voglio neanche risparmiare il popolo italiota che, nel momento più cupo della tragedia è riuscito a creare una polemica inesistente. Parlo ovviamente della sterile querelle che ruota intorno alla figura di Gioacchino Giuliani, un collaboratore presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e di cosa si sarebbe potuto fare per evitare la tragedia grazie ad i suoi avvisi frutto di una teoria non approvata dalla comunità scientifica.

Per concludere, ho tanta paura di dejà-vu. Non so perché, ma l’impressione è che si stiano ripercorrendo le stesse strade fatte all’epoca del terremoto dell’Irpinia degli anni ‘80. Spero che questa volta i soldi donati da tutti noi vengano veramente spesi per aiutare la popolazione tutta e non solo una piccola parte. E spero anche che le strutture turistiche riescano a sopportare la pressione cui sono sottoposte per ospitare i tanti, troppi, senza tetto. Sia chiaro, trovo scontato che in questi casi ci si avvalga del loro aiuto, eppure so bene i tempi dello Stato nel rimborsare le spese sostenute dai privati e spero che questi soldi non arrivino dopo la chiusura per fallimento di queste strutture che, dopotutto, sono la principale risorsa economica per la costiera abruzzese.

sabato 4 aprile 2009

Differenze culturali

La cosa più bella del vivere in un altro paese è il confrontarsi, se non immergersi, in una cultura differente. E per cultura intendo tutto, a 360 gradi.

E le differenze le noti più per le piccole, quasi insignificanti cose. Un esempio? Con i ragazzi italiani si parlava di fare un giretto su quelle mega navi da crociere che fanno tratte brevi tipo Helsinki o Tallin. Quando mi sono trovato a parlarne con i miei colleghi, loro con sguardo complice mi fanno “ah, the drinking boat, enjoy!”. In Italia queste navi da crociera sono state ribattezzate “trombonave” ovvero fucking boat. Cogliete la differenza?

Altro esempio. L’altro ieri mi è arrivato il modulo con la dichiarazione dei redditi. In realtà l’ufficio tasse ha compilato già il modulo secondo le informazioni che già dispone (praticamente tutta la tua vita in Svezia), quindi mediamente non basta che prendere il cellulare e mandare un sms con un codice in cui dichiari che la “dichiarazione base” va bene. La cosa buffa è che nel modulo c’è una voce che esprime quanti soldi ti verranno restituiti dall’ufficio tasse. Ebbene sì: per fine giugno l’ufficio tasse verserà 2.000 corone sul mio conto e so di un amico che si vedrà restituire 40.000 corone.

Ovviamente quando ho chiesto delucidazioni in ufficio, loro mi hanno detto che era normale, con un’espressione che sembrava avessi chiesto loro se la Terra gira intorno al Sole.

Ed altrettanto ovviamente commento successivo è stato “se sei fortunato i soldi ti arrivano prima di Midsommar”. Ovviamente la “fortuna” di ricevere i soldi prima di Midsommar è nel poterli “investire” in alcolici.

Related Posts with Thumbnails