domenica 28 giugno 2009

Architetti ed Ingegneri

Una tra le tante simpatiche rivalità che corrono tra le diverse facoltà dell’università federiciana è quella che divide gli architetti dagli ingegneri. Onestamente ignoro i motivi di tale rivalità, sta di fatto che finanche i professori ne fanno spesso riferimento.

Detto questo, capirete che sentirsi dire “ti promuovo ad Architetto” non è il massimo per un ingegnere. L’occasione? La discussione del nuovo contratto.

E sì, perché in questi giorni finiscono i primi sei mesi di contratto a tempo indeterminato in cui l’azienda ed il dipendente possono conoscersi ulteriormente.

Il colloquio è stato molto soddisfacente, e non parlo solo da un punto di vista materiale. Certo il non indifferente aumento di stipendio fa piacere, soprattutto in ottica casa, ma mi piace vedere la stima che il capo ha per me dietro questo aumento. Stima di cui, a dire il vero, ho avuto costantemente prova avendo lavorato su parti fondamentali del business dell’azienda come il motore di ricerca ed il sistema di richiesta delle informazioni.

Ma prima di parlare dei soldoni ci siamo scambiati il giudizio sul semestre appena terminato e abbiamo parlato della mia figura lavorativa nei mesi a venire. Di fatto non mi occuperò più di piccoli cambiamenti ma dovrei focalizzare la mia attenzione sullo sviluppo o il miglioramento dei macro sistemi che compongono o andranno a comporre il nostro sistema. Ed è proprio in questo dialogo che va contestualizzata la frase riportata sopra.

Con il cambio di ruolo, che di fatto assume il valore di una promozione da mero sviluppatore a qualcosina di più, l’azienda mi offrirà corsi di formazione o anche solamente esami (come le certificazioni Microsoft per cui sto studiando). Ed avrò uno stock di bigliettini da visita.

Diciamo che non posso proprio lamentarmi...

venerdì 26 giugno 2009

5-kamp

Alcune delle cose che indubbiamente mi piacciono di più del lavorare in questa società sono le attività extra che vengono organizzate mensilmente anche per amalgamare il gruppo. Personalmente non ho conoscenza diretta di altre realtà lavorative svedesi ma, da quello che mi dicono, è così un po’ ovunque.

Ad esempio, questa settimana abbiamo avuto la nostra festa estiva e, per questa occasione, abbiamo organizzato il 5-kamp, che altro non é che una specie di pentathlon fatto con giochi strani.

Onestamente non so se è una tradizione svedese o limitata alla capitale, fatto sta che giovedì abbiamo fatto la festa estiva e dopo la cena in un bel ristorante sull’isola di Djurgården, siamo andati a Gröna Lund per il nostro 5-kamp.

Una volta giunti al luna park cittadino, dopo essere stati divisi in squadre da 5 o 6 persone, abbiamo iniziato a fare i vari giochi, tutti molto carini, che ci erano stati assegnati. Una volta finiti i giochi della competizione, abbiamo potuto spendere due biglietti gratuiti per le attrazioni del luna park.

Personalmente non ho avuto il coraggio di provare l’Insane, l’ultimissima attrazione del parco, ma in compenso ho fatto un giro sulle vecchie montagne russe. Bellissime.

Che dire? Esperienza divertente conclusa con una grande bevuta in un bel baretto nei pressi dell’ufficio. Alla fine siamo stati fino a tardi ed i boss ci hanno dato il permesso di entrare in ufficio un’ora dopo.

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Ovviamente stamattina eravamo tutti l’ombra di noi stessi.

sabato 20 giugno 2009

Giornata azzurra ad Helsingborg

Grazie alla felice coincidenza con il fine settimana di Midsommar, giovedì sera, dopo aver assistito alla fortunosa vittoria dell’Egitto contro la Nazionale maggiore, mi sono diretto al terminal dei pullman dove ho preso il pullman che, insieme ad altri due temerari compagni di viaggio, mi ha portato nella lontana cittadina di Helsingborg attraverso la Svezia.

Il percorso della linea 832 della Swedbus Express

Il viaggio di andata è stato una tragedia perché il pullman era scomodo e non c’era abbastanza spazio neanche per stendere le gambe.

Dopo sette interminabili ore, siamo finalmente arrivati a destinazione ma, un po’ per l’orario, un po’ perché il weekend di Midsommar è tradizionalmente associato a gite, la città sembrava particolarmente vuota e deserta.

Per fortuna, nonostante le previsioni metereologiche prevedessero fulmini e saette, il cielo era limpido se non fosse per qualche nuvola di passaggio. Dopotutto, erano le 6.00 ed avevamo davanti a noi ben dieci ore da riempire in qualche modo. Ore che avevamo deciso di spendere girando per la città.

Il municipio in stile gotico Veduta di Stortorget dalla porta della vecchia fortezza

Nel nostro lunghissimo peregrinare troviamo una zona allestita per l’accoglienza dei turisti venuti in città per il Campionato Europeo. Lì, ormai stanchi di girare il minuscolo centro storico in lungo e largo, ne abbiamo approfittato per calarci nel giusto contesto sfidandoci a Fifa 09 su una serie di piattaforme offerte da Telia. Proprio durante questa pausa, il tanto minacciato temporale è arrivato accompagnato da una pioggia torrenziale e roboanti tuoni.

I compagni di avventura intenti a sfidarsi a Fifa 09

Calmatosi il temporale e soddisfatti alcuni dei fabbisogni primari (tra cui il cibo), siamo tornati alla Fan Zone dove abbiamo trascorso l’ultima mezz’ora al bar all’aperto e dove abbiamo rischiato di affogare in un mare di supporter locali con maglie gialle blu. Da lì il corteo svedese si è mosso alla volta dello stadio.

Tifosi svedesi bevono la loro ultima birra al Fan Zone Il corteo svedese mentre si reca allo stadio

Dopo una breve passeggiata di 10 minuti, siamo arrivati allo stadio, vuoto ancora per poco: piccolo ma molto accogliente. Neanche 5 minuti ed i nostri amati beniamini sono entrati in campo per il riscaldamento. (notate come risalta il piccolo Giovinco)

Il canto degli Inni Nazionali è stato molto commovente. Per tre anni ho intonato le note del nostro Inno almeno una volta al giorno, ma poche di quelle innumerevoli volte mi hanno lasciato scosso come ieri. Cantare il proprio Inno a squarciagola in uno stadio al 90% svedese è stato molto bello. Peccato che quasi tutti sbaglino il verso “stringamci a coorte” cantandolo come “stringiamoci a corte”.

Lo stadio Olympia di Helsingborg Gli azzurrini si riscaldano

Una volta cantati gli Inni c’è stato il fischio di inizio. Ed è lì che la tifoseria svedese ha fatto pesare la superiorità numerica in maniera creativa. Ma, c’è da ammetterlo, nonostante la rivalità in campo, sugli spalti è stata una gran bella festa con tifosi di ambo i colori che applaudivano anche alle belle azioni avversarie. Quello che il calcio dovrebbe essere ovunque e sempre.

Per la cronaca la partita è finita 2-1 per i ragazzi di Casiraghi. Qui potete vedere il goal di Balotelli e quello di Acquafresca. A fine partita non abbiamo potuto esimerci dallo scattare alcune foto commemorative.

Foto di gruppo a fine partita Foto di gruppo a fine partita arricchita dal Tricolore

Tornati al centro città, abbiamo passato le ultime 4 ore prima della partenza alla ricerca di qualcosa di economicamente soddisfacente da mangiare: alla fine abbiamo dovuto ripiegare su un 7Eleven. Fortuna ha voluto che involontariamente eravamo di fronte all’albergo che ospitava gli Azzurrini. Ed infatti abbiamo visto passare tutto lo staff: dal coach all’ultimo dei magazzinieri passando per i giocatori dai più famosi ai meno famosi.

E da bravo tifoso bianconero non ho potuto resistere alla tentazione di farmi una foto con il gioiello juventino ispiratore dei due goal azzurri: Sebastian Giovinco. (Se lo chiamano Formica Atomica ci sarà un perché)

Io con Sebastian GiovincoIn realtà avrei voluto fare una foto anche con De Ceglie e Marchisio, altri due prodotti del vivaio bianconero, ma il primo era al telefono ed il secondo mi è sfuggito. Peccato.

Il ritorno in pullman è stato molto più tranquillo. Il pullman non era affollato ed ognuno aveva a disposizione due sedili su cui stendersi alla meno peggio. Ovviamente neanche il tempo di tornare a casa che ero sotto le coperte.

giovedì 18 giugno 2009

Periferia

Ieri ho fatto un giro per alcuni comuni della periferia sud di Stoccolma e la prima cosa che ho notato è quanto pochi chilometri possano fare la differenza nello stile di vita delle persone.

Ma la cosa che più mi ha colpito è stata la bellezza del paesaggio, seppur ancora cittadino. In particolare mi hanno affascinato i larghi viadotti spesso costeggiati da foreste verdissime che si godevano la tarda luce estiva.

E domani si va alla scoperta di Helsingborg in attesa di aiutare gli Azzurrini di Casiraghi a battere la squadra padrone di casa.

domenica 7 giugno 2009

Impressioni post voto

Sono appena tornato dal seggio e ci tenevo a dare un’impressione a caldo. L’operazione in sé è durata veramente poco perché non c’era folla ed in 10 minuti ero già sulla via del ritorno.

Ma a parte questo, non ho avuto una bella impressione. Sarà che forse sono abituato ai seggi italiani ed al modo di votare italiano, ma ho trovato l’organizzazione delle operazioni di voto alquanto approssimativa. Mi spiego.

In Italia quando ci presentiamo al seggio forniamo prima di tutto il nostro documento e la nostra cedola elettorale. A quel punto gli scrutinatori ci danno una o più schede, la speciale matita e ci assegnano una cabina elettorale. Lì apponiamo la nostra croce sul simbolo del partito che vogliamo votare e, qualora ce ne fosse data occasione, scriviamo il nome del nostro candidato preferito a fianco. Una volta usciti dalla cabina infiliamo la tessera nell’urna e possiamo andarcene a casa contenti di aver compiuto il nostro diritto-dovere di cittadini.

Qui è diverso. Nella struttura che ospita i seggi, nella hall, si trova un tavolo con una serie di foglietti bianchi, uno per ogni lista, che reca scritto, oltre al nome della lista, anche la lista dei candidati stessi. Dalla hall si accede alle vere stanze dove si vota. Lì, dopo aver accertato la nostra identità e la nostra appartenenza al quel seggio, veniamo forniti di una busta vuota. Cosa ci andrà in quella busta? Esattamente uno dei fogliettini presi all’ingresso. Una volta infilato il fogliettino prescelto nella busta, lo si potrà dare ad uno degli ufficiali di seggio che si preoccuperà di infilare la busta chiusa nell’urna.

La mia prima impressione è stata che la segretezza del voto non è molto tutelata. In tal senso posso portare la mia esperienza. Di quei fogliettini ne avevo preso solo uno, solo per il partito che avevo scelto di votare. Di fatto io ho votato in quel momento, quando ho preso quel fogliettino. Ma anche se avessi preso due o tre fogliettini, avrei comunque potuto dare un’idea generale di cosa stavo per andare a votare. Ma non finisce qui. Infatti, una volta arrivato al tavolo del mio seggio, un po’ per goffaggine, un po’ perché mi sono incasinato tra cedola elettorale, passaporto, busta del voto e fogliettino, sta di fatto che il tipo al tavolo ha visto chiaramente il fogliettino che avevo in mano rendendo, di fatto, nulla la segretezza del mio voto. Ovviamente lui si è scusato, ma il danno era fatto perché certo non sarei andato a scegliere un’altra lista.

Sarà l’abitudine alla macchina elettorale italiana, sarà la tendenza a pensare male, sarà l’attitudine al cercare l’exploit per qualsiasi sistema, sta di fatto che la sensazione che ho avuto è stata quella di un sistema non “sicuro” che si basa molto sulla presunzione di innocenza e sul rispetto reciproco. Come molte cose qui in Svezia dopotutto.

sabato 6 giugno 2009

Elezioni europee

Domenica si vota per il Parlamento Europeo ed io mi trovo per la prima volta a votare da quando sono in Svezia.

Da un lato sono un po’ dispiaciuto perché è la prima consultazione elettorale che salto da quando ho fatto 18 anni. Dall’altra sono preoccupato perché vivo sempre queste consultazioni in maniera molto attiva e per ovvii motivi linguistici non sono riuscito ad informarmi quanto avrei voluto.

E sì, problemi linguistici perché ho ricevuto la tessera elettorale svedese e, a meno di improbabili accorgimenti particolari, domenica sarò chiamato a dare la mia preferenza sulle liste svedesi.

Ma la cosa veramente strana è che, parlando con i colleghi, solo pochi andranno a votare. Sarà forse l’educazione civica che ho maturato negli anni grazie alla famiglia, alla scuola e, perché no, agli amici, ma trovo semplicemente assurda l’idea di non andare a votare per scelta.

Non dirò a quale partito darò la mia preferenza, ma non vi nascondo che ero fortemente tentato di votare il Partito Pirata. Il suo programma è anche interessante ma alla fine ho deciso di mettere altrove la mia croce perché non voglio mandare a Strasburgo qualcuno che, per quanto competente in copyright e diritto d’autore, non abbia alcuna competenza per trattare altri problemi, spesso più importanti.

Ad ogni modo posso dirvi che la mia scelta è andata ad un partito europeista in quanto sono ancora un aperto sostenitore dell’Europa unita.

giovedì 4 giugno 2009

Ospiti

Finalmente trovo il tempo di scrivere due righe sul blog.

La settimana è stata bella densa a causa della visita da parte dell’amico dublinese. Per onorare la sua presenza a Stoccolma abbiamo deciso di passare ogni sera fuori casa, con i relativi cali di rendimento in ufficio proporzionali all’aumento delle occhiaie via via che ci si avvicinava alla fine della settimana. Ad aiutarci nell’ardua impresa, ci si è messa anche Stoccolma che ha sfoderato una settimana perfetta, meteorologicamente parlando.

Il week-end è stato particolarmente interessante perché si sono incastrati tanti eventi. Ad esempio venerdì pomeriggio abbiamo fatto il solito dopo lavoro. Per l’occasione siamo andati al Josefina, un bellissimo bar sull’isola di Djurgården. Lì ci siamo rosolati al sole fino alle nove di sera per poi organizzarci per proseguire la serata in discoteca. Ecco una foto fatta al Josefina con alcuni miei colleghi ed il dublinese.

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Sabato invece ci siamo mossi con più comodo entrando in discoteca direttamente all’una, dopo una sana pizza ed una puntata ad un pub. La serata é stata molto divertente e rilassata e siamo usciti dal club alle cinque del mattino, ed era pieno giorno.

Altra nota positiva della serata è la simpatica chiacchierata fatta praticamente solo in svedese con una ragazza conosciuta in metro. Direi che è decisamente vero che l’alcol aiuta ad imparare le lingue.

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Infine, domenica ha avuto luogo uno storico incontro. Infatti, dopo quasi 5 anni di “amicizia” on line, ho avuto modo di incontrare “Gamara”, uno dei membri della mia vecchia ed intramontabile gilda. Come me, anche il dublinese ha conosciuto “in real life” Gamara per la prima volta. Ovviamente la foto era d’obbligo.

Kralizek, Gamara and Sieze met in Stockholm after 5 years of online playing

Notate nelle foto le giornate di sole. Non a caso sabato pomeriggio io ed il dublinese siamo andati a prendere il sole nei pressi del laghetto di Abrahamsberg.

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