Immaginatevi la scena: dopo una nottata passata a cercare di combattere il sonno, riuscite finalmente ad entrare sull’aereo che vi porta in vacanza. Riuscite finalmente a sedervi ed a lasciarvi andare tra le braccia di Morfeo sicuri che, a quel punto, il grosso è fatto.
Ad un certo punto il risveglio, quasi scocciati dall’interruzione al vostro meritato sonno, guardate fuori dalla finestra e vi rendete conto che non state volando.
Quasi meravigliati, vi chiedete se siete effettivamente arrivati a destinazione e, con vostro grande disappunto scoprite che non siete neanche decollati. Ed il vostro già grande disappunto non può che aumentare quando scoprite che l’ora prevista per il decollo è già trascorsa da un bel po’. Magari è colpa della neve che scende incessante, penserete voi…
Ecco queste sono le premesse di una giornata di merda. Tutto perché, un “aereoporto” svedese (il virgolettato è d’obbligo quando si parla Skavsta, per gli italiani Scaccsta) è stata presa di sorpresa dalla rottura della macchina usata per spargere l’antigelo sulle ali degli aerei. L’antigelo a Dicembre? In Svezia? Ma te guarda…
Ovviamente si è avuta la riprova che tutto il mondo è paese e guarda caso la professionalità svedese è stata messa a dura prova dalla combo letale “domenica a tre giorni dal Natale” cui si sarà aggiunta inevitabilmente la “fika delle 11” (e poi i politici italiani parlano degli svedesi come gente che pranza al posto di lavoro…).
Fatto sta che, anche grazie alle “security policy” siamo rimasti chiusi nell’aereo dalle 6.45 alle 13.15, orario in cui il volo è stato effettivamente cancellato per ordine del QG di RyanAir da qualche parte in Irlanda.
A questo punto si finisce nel tragicomico. Anzi no, solo tragico.
Tragico perché, in barba alla anche più banale regola di sicurezza, l’aeroporto esplodeva di persone tra quelle che si erano accumulate nella mattina, quelle che arrivavano ignare a prendere il loro volo e quelle che inevitabilmente atterravano.
A questo punto FailAir non ha smentito sé stessa ed ha scelto di gestire la cosa nel modo peggiore. Anziché gestire il singolo volo come, toh guarda, un volo, quei pazzi irlandesi assetati di soldi (ma non erano gli scozzesi?) hanno preferito far si che ognuno dei poveri profughi si prenotasse attraverso il sito un posto nei voli dei giorni successivi dando vita ad un aumento dei prezzi non indifferente. Come se ci fossero posti liberi per ospitare un intero aeromobile, tra l’altro.
Nel mio caso specifico, il volo per Ciampino di lunedì era già pieno e quello per mercoledì 23 era già quasi pieno. Di fatto saremmo dovuti quasi slittare tutti a venerdì 25. Considerando che sarei dovuto risalire la stessa domenica, mi ero già preparato psicologicamente a passare il Natale a Stoccolma. Non che la cosa mi facesse impazzire, sebbene, in caso di non partenza, fossi stato invitato al pranzo del giorno di Natale da una famiglia italo-svedese coinvolta in questo epic-fail.
Per fortuna l’Angelo del Focolare è venuto telematicamente in mio soccorso trovandomi un volo per domani. Un giorno di ferie sputtanato, ma amen.
Non posso che accompagnare questo post con un’immagine che circola su internet. (clicca per ingrandire)