Ogni volta giuro che è l’ultima, e puntualmente mi smentisco. Un po’ come lo Zeno di Italo Svevo e la sua ultima sigaretta, non riesco a trattenermi da mollare un post che esprime il mio malessere nel leggere di certi avvenimenti italiani.
Purtroppo i tragici fatti di Messina mi hanno portato a fare una banale e scontata considerazione: a voler un almanacco del 2009, si può avere l’idea che questo sia stato un anno particolarmente sfigato per il Belpaese. Prima il terremoto in Abruzzo e poi l’alluvione a Messina. Ma siamo sicuri che sia veramente sfiga?
Oramai è accertato che il terremoto abruzzese non era così forte da causare gli sfaceli che ha causato. Spesso è stato detto che “dopotutto in Giappone con un terremoto con un terremoto del genere ci bevono il tè ed al più si rompe qualche bicchiere” e pur volendo concedere l’attenuante dovuta all’eccezionalità dell’evento, non riesco a credere che non ci sia una via di mezzo tra qualche bicchiere rotto ed interi paesi distrutti, soprattutto quando gli edifici storici hanno retto bene o male all’onda sismica.
Ed ora scopriamo che per 13 anni il Comando dei Vigili Urbani di Messina ha tenuto nel cassetto una relazione alquanto inquietante sullo stato idrogeologico della provincia. Stato che è andato peggiorando continuamente a causa dell’abusivismo edilizio combattuto ostinatamente a botte di condoni.
Oggi un mio collega mi ha detto proprio che l’Italia è una terra sfigata. Non ho potuto far altro che domandarmi se, in altre occasioni, oggi non si starebbe semplicemente parlando di una settimana particolarmente piovosa nel messinese, qualche bicchiere rotto in Abruzzo e, perché no, dell’apertura di un nuovo impianto di compostaggio in Campania.
Se non è così è, principalmente colpa di chi è chiamato a governare. E forse anche nostra che gli affidiamo tali incarichi.