Ovviamente non mi riferisco a quella cosa trasmessa in televisione, bensì al famoso libro di Orwell. No, non c’entrano telecamere e sistemi di spionaggio di vario tipo.
Personalmente trovo che la cosa più shoccante di quel libro sia la capacità del Partito di riscrivere la Storia. Cosa in cui si sta cimentando in questi giorni il nostro beneamato Presidente del Consiglio (e non chiamatelo Primo Ministro, non è una carica della Repubblica Italiana!).
A cosa mi riferisco? Ovviamente alla vicenda Alitalia. Proprio un anno fa, di questi tempi, si parlava della possibilità di cedere la Voragine di Bandiera ad un prezzo tutto sommato decente ad AirFrance. All’epoca Prodi era al governo e dall’opposizione si ebbe una levata di scudi e si alzarono promesse di una “cordata italiana” per salvare Alitalia. Quelle promesse hanno sempre puzzato di “promesse elettorali” a tutti, tutti tranne quel 60% di Italiani che…
Sappiamo tutti come è andata. Lo psico-nano ha vinto le elezioni ed abbiamo visto di che pasta era fatta la “cordata italiana”. Infatti, alla fine gli imprenditori italiani si sono ridotti alla piccola compagnia AirOne, che tra l’altro già rischiava il tracollo economico di suo. Proprio perché rischia(va) la bancarotta AirOne non aveva i mezzi per accollarsi l’acquisto della Voragine di Bandiera e la relativa voragine che portava in dote, lo Stato Italiano, che poi saremmo noi, attraverso il suo Governo, ha deciso di giocare sporco dividendo la compagnia Alitalia o, meglio, i suoi libri contabili, in due compagnie, una buona a cui vanno tutte le voci in attivo dei libri contabili di Alitalia, ed una cattiva. Ma prima di dividere la vecchia Alitalia, il governo ha dovuto pagare l’obolo della presenza alla “cordata italiana”, leggi “AirOne”. Infatti Alitalia ha dovuto comprare AirOne e solo dopo aver fatto un tutt’uno dei debiti delle due compagnie, si è provveduto alla creazione delle due compagnie. In pratica CAI, la compagnia buona, è figlia di Alitalia, e vabbè, e di AirOne, perchè?.
Morale della favola: non solo il Tesoro ha perso quei pochi spiccioli che sarebbero arrivati dalla vendita ad AirFrance, ma si deve accollare anche il costo del fallimento della “bad company”, tutto questo per permettere il solito imprenditorucolo italiota di aumentare i propri guadagni attingendo dalla mammella della sempre-gravida Italia.
Ma una “morale della favola” presuppone la fine della stessa. Ma purtroppo allo schifo non c’è mai fine. Ed ecco che sopraggiunge l’annuncio del nostro beneamato psico-nano che, affacciato dal suo balcone televisivo di Piazza Venezia, annuncia alla nazione tutta che, per offrire un servizio migliore ai clienti di Alitalia, neonata sotto le spoglie di CAI, sta per venire alla luce un accordo con AirFrance per il passaggio di parte di CAI a quest’ultima.
Ri-Morale della favola: anzicchè vendere allo straniero invasore l’italianissima Alitalia, si è preferito acquistare un’altra compagnia italiota sull’orlo del fallimento (perchè?), dividerla in due compagnie, accollare le spese della cattiva allo stato italiano. Ora AirFrance acquisterà parte della “compagnia buona”, quella che porta profitti per capirci, a prezzo di mercato (un prezzo migliore dato che non dovrà accollarsi i fantastilioni di euro di debiti della vecchia Alitalia). Che dire, un sentito grazie Berlusconi ed alla sua “cordata italiana”.
Ah, naturalmente Berlusconi non ha mai menzionato il fatto che a “trovare” e “convincere” AirFrance sia stato il Prodi di cui tanto sparlava all’epoca. Da qui il titolo del post.
Neanche tocco l’argomento Malpensa perchè potrei trovare Stoccolma troppo vicina alla fogna italica e non ho intenzione di emigrare in Australia.