giovedì 21 maggio 2009

Reminiscenze berlinesi

Grazie alla fortunata coincidenza del giorno dell’Ascensione (21 maggio) con il “piccolo sabato”, che sarebbe poi il mercoledì, ieri per Stoccolma tirava aria da week-end. E non parlo solo dell’olezzo tipico da consumo e conseguente rigurgito da alcol.

Per l’occasione, dopo l’ennesimo tentativo miseramente fallito al Laroy, siamo andati al White Room, un altro nightclub (nel senso inglese del termine) del circolo dei locali chiattilli di Stureplan. Lì siamo stati fino 4.45 del mattino accompagnati, finalmente, da un dj capace di mettere buona musica, nel giusto modo e nella giusta sequenza.

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Ecco, vedete questa folla? Eravamo solo noi del gruppo, una massa indistinta di 25 persone o più, formata per lo più da studenti Erasmus provenienti da tutta Europa.

La serata è stata particolarmente piacevole sotto tutti i punti di vista, ma l’apoteosi si è avuta quando il DJ ha passato pezzi come la celebre canzone “Seven Nation Army” dei White Stripes. E poi fare il classico “po-po-po-po” ad un francese non ha prezzo.

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Ecco una bella foto scattata alle 4.30, poco prima di lasciare il locale.

Ovviamente oggi che avrei potuto dormire fino a tardi, mi sono svegliato alle 9 senza possibilità di appello.

domenica 17 maggio 2009

Rock o posh?

Da quando ho iniziato a frequentare il gruppo di studenti universitari che si trovano a Stoccolma per programmi come l’Erasmus, ogni volta che usciamo si ripropone l’annosa questione: discoteca posh o rock?

Da un punto di vista prettamente “ballerino” io propendo per la discoteca posh perché fa musica più facile da ballare, anche per un orso come me.

Invece, da un punto di vista economico, le discoteche rock tendono ad essere più economiche, almeno per quanto riguarda l’ingresso. Le 60 corone necessarie per entrare al Rocks non sono nulla rispetto alle 160 di posti come il Magenta o lo Sturecompagniet (anche se grazie alle liste difficilmente pago l’ingresso per entrare in questi posti).

Ma quello che nessuna discoteca posh potrà mai avere è l’atmosfera che si crea nei club rock, specialmente in certe canzoni. Non credo esistano parole per descrivere le sensazioni che si provano nel cantare a squarciagola tutti insieme "Poison" di Alice Cooper, o finanche “I love Rock ‘n’ Roll” di Britney Spears, che certo non è un’icona rock.

E poi anche le ragazze metallare hanno un loro perché nell’ordine delle cose. ;)

PS: ieri sera avrei dovuto incontrare uno dei compagni di Odissea di quel lontano 5 gennaio all’aeroporto di Parigi. Per vari motivi la cosa alla fine è saltata.

PS2: qui trovate le foto della serata

sabato 16 maggio 2009

Nuovi colleghi

Nelle ultime due settimane c’è stata un’infornata di nuovi colleghi, sia nel reparto vendite che in quello informazioni. Tra le nuove assunzioni, i boss hanno puntato all’espansione dell’organico relativo al sito Educations.com.

In realtà la cosa non ha nulla di particolare perché ogni settimana c’è qualcuno di nuovo, un po’ per ricambio del personale un po’ perché ci stiamo espandendo.

La vera novità è che due di questi colleghi parlano italiano e quindi oramai mi ritrovo spesso a fare chiacchierate in italiano in ufficio.

Ed è vero, solo quando si parla nella propria lingua madre si riesce a far trasparire genuinamente il proprio carattere senza difficoltà. Nel senso, all’interno del gruppo tecnico bene o male, dopo tanti mesi, hanno imparato a conoscermi. Al contrario, un po’ per la lingua, un po’ per carenza di argomenti comuni, sono sempre stato alquanto timido con i colleghi degli altri reparti (un po’ meno con le colleghe, a dire il vero).

Ed invece con queste due colleghe “italiane” mi lascio andare un po’ più facilmente :)

PS: E’ arrivato il pacchetto dell’abbonamento MSDN. Ma quanta roba ghiotta che ci sta là dentro. E come esce Win7, mi arriva il dvd con la versione premium. Slurp.

PS2: ieri ho incontrato in metro la zoccola. Certo che Stoccolma a volte è proprio piccola.

lunedì 11 maggio 2009

Come al solito

Ai tempi dell’università casa mia diventava regolarmente una succursale dell’aula studio della Facoltà di Ingegneria. Nel senso che ci si vedeva per studiare e si finiva per fare tutto altro, ma ogni tanto capitava che i libri venissero tenuti aperti per più di 20 minuti consecutivi ed allora i risultati non mancavano.

Tra gli innumerevoli episodi, ricordo i tantissimi “come al solito” buttati lì come se nulla fosse tra un’equazione differenziale ed una tesina di Programmazione ad Oggetti 2.

La scena era tipicamente la seguente: si discuteva di un problema, ognuno dava la sua opinione e tipicamente, si optava per quella di qualcun altro. Poi, per i motivi più disparati, si adottava la mia idea. Tipicamente l’avvenimento veniva sugellato da un un rassegnato “ha ragione Renato” seguito da un sardonico “come al solito”.

In questi giorni è successo lo stesso in ufficio. Un mese fa si discuteva del metodo migliore per risolvere un problema. Io ed il capo eravamo su posizioni alquanto opposte e, sebbene non fossi molto convinto, alla fine abbiamo adottato la sua linea (chissà perché?).

Finalmente giovedì è sorto un problema che il mio approccio risolveva intrinsecamente in maniera elegante ed efficiente mentre il metodo del capo richiedeva orrendi giri di “parole”.

Alla fine, dopo una lunga riunione nella quale non ho neanche provato a proporre la mia idea, il capo si gira e dice “I think Renato was right”. Non ho potuto fare a meno di rispondere, tra i denti, e con un sorriso a 360°, “as usual”.

Nel post precedente, preso dalla rabbia, ho completamente dimenticato di dire che ho passato un bellissimo week-end con mio cugino che ha avuto modo di apprezzare Stoccolma e la sua fauna. Ecco una nostra foto mentre passeggiavamo per Strandvägen. Sullo sfondo, il Nordiskamuseet.

Io ed il cugino a passeggio per Strandvägen

domenica 10 maggio 2009

Zoccola

Tralasciando le mamme e le sorelle di conoscenti con cui ero in più o meno buoni rapporti, non ho mai dato della zoccola ad una ragazza. Fino ad oggi.

Pur con la ferma decisione di tralasciare i dettagli, abbastanza squallidi, e sorvolando l’ora tarda ed il sonno incombente, ho deciso di scrivere questo post.

Dopo una lunga camminata dalla fermata di Alvik a casa, sono riuscito a razionalizzare, almeno credo, il mio stato d’animo.

Che la protagonista fosse una zoccola l’avevo capito dall’inizio. Lo stesso vale per la sensazione che la “cosa” sarebbe andata male. Eppure ignorando le teste “di sopra” (una mia, l’altra no), si è optato per il “lasciarsi andare”.

Questo “lasciarsi andare” è venuto a costare 800 corone, corona più, corona meno. Ecco, a rodermi non sono le 800 corone in sé, quanto il fatto che ho usato la CC su cui vengono e verranno versati i soldi per la casa dai miei genitori. Questo è quello che mi rode: un senso di colpa per l’immaturità e la mancanza di capacità di discernimento dimostrate.

Ma non voglio cancellare questo errore dalla mia memoria; al contrario voglio che questo errore possa guidarmi in futuro per evitare cazzate clamorose come questa.

Ed ora vado a dormire.

PS: a parziale consolazione, il tempo passato insieme a due maialine svedesi per quasi tutta la serata.

PS2: per le statistiche di puntino: no, la tipa non è una svedese. Era una serba.

Aggiungo un’immagine presa stamattina dalla metro che mi riportava a casa.

Alba stoccolmese

lunedì 4 maggio 2009

Regalo inaspettato

Oggi il capo mi ha iscritto a degli esami per la certificazione Microsoft. Da quel che ho capito ho tempo fino a dicembre per fare 5 esami. Un po’ stressante, ma dopo dovrei essere una specie di Dio di .NET 3.5.

Il tutto è totalmente gratuito, pagato dall’azienda. Figata.

La fontana di Sergels Torg nuovamente in funzione

Peccato che la deadline di martedì prossimo si avvicina incessantemente ed il lavoro è lungi dal vedere la fine.

Moletto lungo Strandvägen

Ah, oggi sono arrivati un sacco di nuovi colleghi, reparto vendite, tra cui una canadese ed un altro paio di non-scandinavi. A quanto pare non sono più l’unico a non parlare svedese. Non che la cosa sia cambiata, perché il meeting di inizio settimana sempre in svedese è stato fatto.

domenica 3 maggio 2009

Giorni da favola

Finalmente trovo un po’ di tempo da dedicare a questo povero blog che oramai trascuro un po’ troppo. Ma con la fine di Aprile è arrivata anche l’ora del rigido inverno stoccolmese e, con essa, un tripudio di colori e odori che non possono che essere esaltati dalle interminabili ore di luce.

Lo Stadshuset da un ponte che porta a Kungsholmen

Il termometro oramai guarda regolarmente con fare altezzoso la soglia dei 10°, quella stessa soglia che fino ad un mese fa sembrava un traguardo ogni volta che riusciva anche solo a sfiorarla.

Gamla Stan dal ponte di Slussen

Certo, 15° gradi in Italia, e soprattutto al sud, sono considerati il minimo sindacale. Eppure, per non so quale strana alchimia, sono sempre più convinto che a parità di gradi centigradi, il freddo percepito a Napoli sia molto peggiore di quello stoccolmese.

Il ponte che collega Norrmalm al Parlamento

Dopotutto a Stoccolma quando ci sono 5 gradi si gira tranquillamente con la giacca “tardo invernale” un po’ sbottonata. Al contrario, a Napoli, quegli stessi 5° presupponevano pullover e giaccone pesante. Abitudine? Può essere ma non ne sono così convinto.

Primavera a Drottningholmsvägen

Ad ogni modo, uscire dall’ufficio con il sole ancora alto e andare direttamente a casa è un delitto, soprattutto quando non ci sta ombra di una nuvola ed il sole sembra proprio non volerne sapere di tuffarsi all’orizzonte.

Il Nordiska Museet in una giornata primaverile

E poi, camminando ci si ritrova difronte a spettacoli come i ciliegi, credo siano ciliegi, di Kungsträdgården in fiore. Come si fa a tornare a casa? Soprattutto quando pensi che ti aspettano i soliti 6 squallidi metri quadrati…

Ciliegi in fiore a Kungsträdgården 1

Ciliegi in fiore a Kungsträdgården 2

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