Arriva infine l'ultimo giorno di questo breve ma stupendo soggiorno a Stoccolma.
Come ogni "ultimo giorno" di un bel periodo, sembrava che il tempo fuggisse via con le lancette d'orologio impegnate ad inseguirsi l'un l'altra in una corsa forsennata.
La mattina è iniziata all'insegna del check-out dall'ostello ma, prima di tuffarmi per l'ennesima volta tra le vie di Stoccolma, ho avuto modo di sdebitarmi con i ragazzi del Trentino che ieri mi avevano offerto la cena portando loro degli ottimi cornetti svedesi.
Finita la colazione e sbrigate le ultime formalità in ostello, mi sono diretto verso lo Stadshuset passando per Riddarholmen. Una volta giunto al municipio, mi sono buttato su Norr Mälarstrand che ho percoro per intero fino al parco Rålambshov. Da lì sono salito sul ponte Västerbron che collega Kungsholmen a Södermalm passando per la piccola Långholmen. Giunto a Södermalm ho preso la metro ad Hornstull per arrivare in pochi minuti a Karlaplan dove ho controllato sul posto la strada per arrivare al palazzo di Studentum.se dove nel pomeriggio avrei avuto il colloquio di cui parlerò dopo. Una volta giunto all'indirizzo datomi, anzicchè tornare alla fermata di Karlaplan ho preferito allungarmi fino ad Östermalmstorg dove ho potuto finalmente visitare il Saluhall che la mia guida descrive come:
[...] il mercato più bello della città, dentro un edificio in mattoncini rossi con un ingresso da aspetto medievale.
A questa impeccabile descrizione aggiungerei che questo mercato rappresenta una gioia per le papille gustative quanto per gli occhi. Infatti all'interno troviamo file e file di elegantissime bancarelle in legno in uno stile che ricorda i primi del Novecento. Ma a stupire è quello che le bancarelle offrono. Ogni primizia del mondo animale e vegetale insieme a tutto ciò che l'ingegno umano può creare in ambito culinario è lì. Filetti di salmoni lunghi quanto il mio braccio, banconi della carne con tagli di ogni animale possibile, esposizioni di verdure degne dei nostri mercatini (a meno del prezzo). Insomma, il Paradiso delle papille gustative. Purtroppo, per non fare la fine dell'asino che nell'eterna indecisione tra due cumuli di invitante fieno muore di fame, ho preferito un classico Kebab med bröd dal "kebabbaro" ambulante subito fuori l'edificio. Messa l'ultima spunta alla lista di "to do" che avevo redatto prima di partire, mi sono diretto all'ostello dove mi sono preparato per il colloquio indossando una camicia ed un maglioncino un po' più a fighetto.
All'ultimo minuto decido di non portare il portatile che, di fatto, è stato degradato al ruolo di "telefono portatile poco portatile" e quindi richiudo lo zaino nell'armadietto. E lì succede il patatrack. Nella confusione smarrisco la chiave del lucchetto e mi ritrovo con il portatile chiuso nell'armadietto il giorno della partenza. Erano le 14.10, quello che era il punto di non-ritorno oltre il quale avrei rischiato di arrivare in ritardo a colloquio, quindi una volta constatata l'impossibilità di recuperare lo zaino senza l'aiuto della direzione dell'ostello (che avrebbe aperto solo alle 15.00) non mi resta che dirigermi alla metro. Fortuna volle che il treno sarebbe passato di lì a poco ed infatti sono giunto a destinazione con quei 5 minuti di anticipo che non fanno mai male.
Finalmente ci siamo! E' da un mese che stavo aspettando quel momento. Entro un po' intimorito nel palazzo, che per la cronaca è il primo edificio non pubblico di Stoccolma in cui entro. Prendo l'ascensore, su cui spenderò qualche parola in seguito perchè merita davvero, ed eccomi lì, davanti alla Porta. Busso una prima volta. Niente. Aspetto un po', busso la seconda e finalmente dei passi si avvicinano e mi viene aperta la porta dal classico svedese, biondo, occhi azzurri, non troppo alto ma dal fisico asciutto. Intuisco che sia lui, Mr. Bostrom, ma per educazione mi presento e chiedo di lui lo stesso. Tempo di togliermi la giacca e mi trascina in un rapido giro per le stanze dell'ufficio dove ho contato almeno una cinquantina di computer divisi tra il reparto vendite, assistenza e sviluppo. Inizia a farmi un discorso introduttivo sul cosa sono e cosa fanno, mi presenta un ragazzo di cui non ricordo perfettamente il nome, forse l'equivalente svedese di Mattia ed infine mi trascina in una saletta con lavagna che sarà il vero e proprio campo di battaglia.
Infatti mi lascia accomodare e si lascia andare in quella che sarebbe stata una perfetta presentazione di Powerpoint se non fosse che lui stesso scriveva alla lavagna passo passo che illustrava l'azienda da vari punti di vista. Finalmente si scende nel campo tecnico, dove anche io gioco in casa. Mi gioco subito le mie carte deboli, Javascript e Flash, ma in mano ho una Napoli a Coppe e non ho paura di usarla!!! Dopo aver discusso della struttura 3-tiers del loro prodotto, si passa a discutere delle mie esperienze in ambito .NET. Niente di professionale, metto le mani avanti, ma ho usato un po' tutte le novità della versione 2.0 e mi sto divertendo con la 3.5. "Divertendo" è la parola esatta. Non potendo vantare alcun lavoro reale, ho preferito spingere il pedale sulla mia passione e qui il verbo "to play" ci stava benissimo. Mi chiede se ho fatto qualcosa di particolare in .NET, e gli parlo del piccolo porting dell'approccio Java al multithreading che ho realizzato prima di partire (mezz'ora di lavoro in tutto) spiegandone i motivi che mi hanno spinto alla sua realizzazione (la risposta "perchè non avevo nulla da fare in quel momento" mi sembrava inopportuna e mi sono dovuto inventare un "non mi piace l'approccio di .NET perchè poco object oriented", cosa vera in realtà).
Dopo questo riscaldamento inizia l'intervista vera e propria che, inizialmente, scorre veloce a botta e risposta. Tra queste domande non posso che citare "Dove ti vedi tra 5 anni?" cui ho risposto con un candido "Chiedendo la cittadinanza svedese" seguito da un "magari non tra 5, ma tra 10 anni vorrei provare a mettere su qualcosa di mio". Dopo qualche altra domanda becca il nervo scoperto. I 3 anni persi all'Università. Come mai? Pizzico sullo stomaco e via: "Ho iniziato a lavorare per raccogliere qualcosina di soldi per i miei interessi per non gravare sui miei genitori". La domanda seguente è "che lavori hai fatto?", e lì è facile. "Aggiustato e venduto computer, realizzato qualche sito web: tutta roba relativa all'informatica". Il ragazzo prende la parola e mi chiede, visto che nel mio CV si parla di giochi per computer, se sono tipo da multiplayer o da singleplayer. Confesso che non me l'ero preparata, ma tanti anni da studente insegnano a girare la domanda inaspettata a proprio favore: "Preferisco il multiplayer e, soprattutto negli ultimi 3 anni, sono stato a guida di comunità anche abbastanza grosse, intorno al centinaio di membri di cui organizzavo le attività settimanali; in ogni caso ho imparato sulla pelle che giochi "time-sink" come gli MMORPG devono essere evitati come la peste anche se è grazie a loro che ho imparato l'inglese visto che in Italia a scuola si fa male". Prima di concludere mi chiede come mai preferisco VB.NET al C# e in quali linguaggi so programmare. Altra risposta preparata: "la prolissità (verbosity) di VB.NET, quando si utilizza un ambiente integrato come VS 2008, non è un peso anzi aiuta nella lettura del codice. Tanto C# e VB.NET generano lo stesso codice IL". Quali linguaggi ho usato all'università? "C++ per le basi della programmazione a oggetti, C per la programmazione delle socket e Java per calcolo distribuito attraverso CORBA."
Finita l'intervista, si torna al lato tecnico, questa volta tuffandoci nel codice del loro lavoro facendomi vedere qualche punto interessante. Cosa interessante è l'uso di una tecnica (gli Attributi) propria di .NET del riuso di codice di cui non mi ero mai interessato. Alla mia osservazione "Purtroppo gli attributi non possono essere mappati in alcun modo nella classica progettazione object oriented" lui risponde dicendo che "fino ad oggi non hanno mai fatto ricorso a progettazione UML anche se è da tempo nella loro TODO List". Cosa ho pensato? Ho pensato prima di tutto alle serate (nottate?) passate mentre, con Claudio e Gianni, preparavamo le tesine al motto "Tasto destro, Nuovo, Database Microsoft Access" seguito subito da "Reverse Engineering con la pala!!". Dopo qualche altra domandina, mi ha congedato dicendomi che non avrebbe avuto modo di farmi sapere qualcosa se non a gennaio inoltrato, intorno al 10, alla fine delle vacanze! In ogni caso ha rinnovato quanto detto via e-mail ovvero che il problema principale è la non conoscenza dello svedese visto che, secondo lui, ho le competenze adatte per quello che cerca.
Quindi, dopo 2 ore abbondanti di colloquio, alle 17.15 ero per strada con un problema da risolvere: il lucchetto maledetto! Dopo una corsa in ostello, frenata solo dai 15 minuti di attesa alla fermata della T-bana, risolvevo il problema in maniera piuttosto definitiva mettendo a frutto le conscenze maturate in 3 anni di scuola militare riguardo la forzatura di lucchetti (tipicamente altrui) di cui non si ha la chiave! Come? Con un'ignorante tronchesi ho definitivamente ridotto il lucchetto in tre pezzi.
Una volta salvato il portatile, giusto il tempo di una sciacquata e mi sono diretto alla stazione dei bus della Flygbussarna. Alle 20.00 sono giunto all'aereoporto. Peccato che il mio aereo è alle 06.45...
Qualcosa mi dice che sarà una notte lunga, per fortuna che ho i 6 libri comprati da SF-Bok e ho trovato una presa elettrica cui collegare il portatile.
Foto del giorno: un'immagine del Saluhall di Östermalmstorg.