sabato 6 novembre 2010

2 anni fa...

... si spegneva Nerina. Ho già speso tante parole per lei e questa volto voglio solo accendere una candela al suo ricordo.

lunedì 25 ottobre 2010

Halloween

La notte delle streghe si avvicina… e con lei i fantasmi tipici della notte delle streghe

domenica 20 giugno 2010

Nozze reali 2.0

Avrei volentieri evitato di aggiungere alla blogsfera l’ennesimo post sulle nozze della principessa Victoria ma il sito ufficiale della manifestazione Love 2010 mi ha fatto cambiare idea.

In particolare mi riferisco a questa pagina ed al simpatico giochino che si trova in fondo alla pagina e che riporto a fine post.

La tecnologia usata è una fresca nata dal Microsoft Lab e permette l’uso della ricostruzione in 3D di scene complesse semplicemente mettendo insieme diverse foto, anche con angoli diversi, dello stesso soggetto.

Il nome “commerciale” è Photosynth e possiamo definirlo l’ultimo nato della famiglia “web 2.0”. Infatti dopo i wiki, i forum, i blog ed i microblog, ora sarà possibile contribuire attivamente anche alla realizzazione di foto collettive. Da un punto prettamente informatico, la tecnologia è interessante non solo perché riesce a disporre in uno spazio 3D tutte le foto ma perché riesce a rimuovere il “rumore” delle foto aggiunte semplicemente capendo che, per esempio, un bambino che corre davanti il portone della basilica di San Marco a Venezia non fa parte della foto perché altre 10 foto non prevedono quel bambino. Il tutto senza applicare un filtro “black list” (che eliminerebbe “tutti” i bambini da ogni paesaggio) ma creando correlazioni tra le foto aggiunte.

Perché tutto ciò mi ha portato a scrivere un post? perché trovo molto bello vedere che tecnologie che ogni giorno ci impegniamo a sviluppare diventino man mano strumenti per la vita di tutti i giorni e che trovo sia un po’ il giuramento di Ippocrate per noi dell’IT.

lunedì 17 maggio 2010

Il Grande Viaggio

Fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza

Così recitano le terzine più famose del Canto XXVI dell’Inferno dantesco. Parole che, proferite da quell’Ulisse che, spinto da quella sete di conoscenza che lo ha spinto ad abbandonare dopo poco quell’Itaca per cui tanto penò.

Il “seguir canoscenza” può assumere vari significati. Il mio personale significato è la conoscenza del mondo attraverso l’esperienza diretta, quanto più è possibile. E’ quale esperienza migliore se non un viaggio lungo quanto eccitante?

Con la scusa di finire il trasloco delle cose lasciate a Napoli due anni fa, io e mio padre abbiamo organizzato una piccola avventura che ha fatto sì che venissimo tacciati di pazzia da parte di tutto il parentado. Cosa? Una piccola trasferta Napoli – Stoccolma in macchina. Ecco il piano di viaggio.

Come mi aspettavo, sono state molteplici le reazioni degli amici. Quelli cui piace guidare erano a dir poco invidiosi del viaggio; gli altri, quelli che ritengono la macchina un mero mezzo di trasporto, una pazzia.

Personalmente mi ritengo orgoglioso della piccola impresa. Viaggiare con la macchina per tutta l’Europa ha un fascino indescrivibile. Assaporare i piccoli cambiamenti kilometro dopo kilometro è stata una sensazione stupenda, molto più bella del taglio netto dato dal viaggio in aereo. Diciamo che per 2700 km mi sono sentito vicino a quei nobili rampolli dell’Ottocento che spendevano un paio di anni viaggiando per il Vecchio Continente.

DSC02705

Eccomi con mio padre all’arrivo a casa. Sullo sfondo potete intuire quanto fosse piena la macchina.

mercoledì 28 aprile 2010

Paura del buio

Sono l’1.25 e sono qui a postare sul blog. Sarei dovuto essere a letto già da un po’ visto che domani la sveglia suonerà inesorabilmente alle 6.30 (ed io l’ignorerò inesorabilmente fino alle 7.30).

Eppure non ho proprio voglia di andare a dormire... o meglio, il problema non è il dormire, ma il chiudermi in quella stanza buia da solo sapendo che non mi addormenterò immediatamente. Non che abbia paura dell’uomo nero.

lrg-16-paura_del_buio[1]

Anzi si, se l’“uomo nero” è quel meccanismo quasi masochistico che ci spinge ad analizzare la nostra vita e noi stessi.

é un po’ che non ho voglia di incontrare l’uomo nero, e per questo mi tocca rimanere a giocare al pc, a girovagare per il web, a vedere un film o non so altro, fino a quando non mi sento stanco al punto di sapere che una volta a letto cadrò direttamente tra le braccia di Morfeo “senza passare per il via”.

Era da tanto che non provavo questa sensazione. E non mi piace.

lunedì 26 aprile 2010

Sogni

É sempre strano vedere uno dei tuoi sogni realizzato da qualcun altro. Non interessa quanto infantili ed irraggiungibili questi possano essere, il sentimento suscitato é qualcosa che potrebbe essere espresso così: "ma allora era fattibile".

In alcuni casi una punta di invidia o di rammarico potrebbe manifestarsi, ma fortunatamente non è questo il caso.

Quando ieri ho saputo della cosa non ho provato che felicità per questo amico che, sebbene non conosca tantissimo, lo conosco abbastanza da poter dire che merita tutto ciò fosse solo per la metodicitá con cui affronta ogni problema, qualità rara e che ho sempre invidiato.

Da parte mia posso dire che all'epoca non ero il solo ad agognare un dottorato, o anche solo la tesi, con il prof Russo. Un cognome comune che a chi non è dell'ambiente dirá poco o nulla.

Eppure se c'è un professore che ha marcato in maniera indelebile il mio corso universitario, non può essere che lui. Fosse solo per la lezione di introduzione della programmazione ad oggetti: una lezione fantastica basata sulla filosofia greca che attraversava il pensiero di Platone fino ad arrivare alle categorie aristoteliche.

Ora non voglio scriverne il coccodrillo, però ancora oggi con i miei amici ricordiamo con piacere il giorno della prova di fine corso quando io e Giannino veniamo buttati fuori perchè sorpresi a “copiare”. E sempre lui ha dato origine allo sfottò più in voga tra i miei amici; quel “Golia, lei ha sbagliato palazzo” che chiudeva la proclamazione del primo dei due 30 che ho preso da lui. E che ripetè a distanza di due anni, mentre firmava il secondo 30.

Chissà, forse quel palazzo lo ho sbagliato per davvero, chissà. Lo vedremo tra un paio di mesetti.

Ad ogni modo, non posso che augurare a questo amico che il prof possa incidere sulla sua vita professionale quanto ritengo l'abbia fatto sulla mia.

mercoledì 21 aprile 2010

Ad un lettore occasionale

È da un bel po’ che non scrivo su questo blog nonostante di cose da raccontare ce ne siano a bizzeffe. Ma questo post non vuole essere un racconto di cosa mi accade quanto un messaggio che spero non venga mai letto dal destinatario.

A quel destinatario voglio chiedere scusa per quello che ho fatto stamattina: sono stato un egoista immaturo.

PS: ogni commento in calce a questo post è inutile e, senza giri di parole, non desiderato.

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