Mai capitato di svegliarvi la mattina con la netta sensazione di essere in netto ritardo? Sensazione talmente netta che non avete neanche bisogno di guardare l’orologio?
Se sì, potete capire il mio stato d’animo questa mattina al mio risveglio. Sarà l’ora piccola fatta la notte prima, sarà che ho settato il cellulare ogni mezz’ora, ma, quando ho aperto gli occhi, ho letto solo i minuti dell’orologio e, realizzato di essere in ritardo, sono schizzato giù dal letto.
Il tempo di una rapida doccia dei migliori tempi Nunziatelleschi, che sono pronto per uscire e recarmi alla stazione della metro.
Finalmente, dopo una camminata a passo svelto nell’ultimo tratto interrotta solo da una rapida colazione, riesco a mettere piede in ufficio con l’orologio che segna le x:40. “Cacchio, altri 10 minuti di ritardo, pure riesco a far incazzare il boss una volta di queste” penso.
Ma, una volta messo piede in ufficio, mi accoglie uno strano silenzio e, girando per le varie stanze mi accorgo che in ufficio non c’è nessuno. Con il senno di poi mi sarei dovuto insospettire già in quel momento ma, dato che avevamo in programma la presentazione degli obiettivi dell’anno, ho pensato che tutti erano a questa riunione.
Finalmente mi decido a chiamare un collega che, alla fine, capisce il problema e mi dice di guardare l’orologio. Erano le 7.46, 15 minuti prima dell’apertura dell’ufficio, ed almeno 45 prima del mio orario di ingresso.
Messa l’anima in pace, mi faccio una risata e mi metto al mio posto a lavorare.