mercoledì 28 aprile 2010

Paura del buio

Sono l’1.25 e sono qui a postare sul blog. Sarei dovuto essere a letto già da un po’ visto che domani la sveglia suonerà inesorabilmente alle 6.30 (ed io l’ignorerò inesorabilmente fino alle 7.30).

Eppure non ho proprio voglia di andare a dormire... o meglio, il problema non è il dormire, ma il chiudermi in quella stanza buia da solo sapendo che non mi addormenterò immediatamente. Non che abbia paura dell’uomo nero.

lrg-16-paura_del_buio[1]

Anzi si, se l’“uomo nero” è quel meccanismo quasi masochistico che ci spinge ad analizzare la nostra vita e noi stessi.

é un po’ che non ho voglia di incontrare l’uomo nero, e per questo mi tocca rimanere a giocare al pc, a girovagare per il web, a vedere un film o non so altro, fino a quando non mi sento stanco al punto di sapere che una volta a letto cadrò direttamente tra le braccia di Morfeo “senza passare per il via”.

Era da tanto che non provavo questa sensazione. E non mi piace.

lunedì 26 aprile 2010

Sogni

É sempre strano vedere uno dei tuoi sogni realizzato da qualcun altro. Non interessa quanto infantili ed irraggiungibili questi possano essere, il sentimento suscitato é qualcosa che potrebbe essere espresso così: "ma allora era fattibile".

In alcuni casi una punta di invidia o di rammarico potrebbe manifestarsi, ma fortunatamente non è questo il caso.

Quando ieri ho saputo della cosa non ho provato che felicità per questo amico che, sebbene non conosca tantissimo, lo conosco abbastanza da poter dire che merita tutto ciò fosse solo per la metodicitá con cui affronta ogni problema, qualità rara e che ho sempre invidiato.

Da parte mia posso dire che all'epoca non ero il solo ad agognare un dottorato, o anche solo la tesi, con il prof Russo. Un cognome comune che a chi non è dell'ambiente dirá poco o nulla.

Eppure se c'è un professore che ha marcato in maniera indelebile il mio corso universitario, non può essere che lui. Fosse solo per la lezione di introduzione della programmazione ad oggetti: una lezione fantastica basata sulla filosofia greca che attraversava il pensiero di Platone fino ad arrivare alle categorie aristoteliche.

Ora non voglio scriverne il coccodrillo, però ancora oggi con i miei amici ricordiamo con piacere il giorno della prova di fine corso quando io e Giannino veniamo buttati fuori perchè sorpresi a “copiare”. E sempre lui ha dato origine allo sfottò più in voga tra i miei amici; quel “Golia, lei ha sbagliato palazzo” che chiudeva la proclamazione del primo dei due 30 che ho preso da lui. E che ripetè a distanza di due anni, mentre firmava il secondo 30.

Chissà, forse quel palazzo lo ho sbagliato per davvero, chissà. Lo vedremo tra un paio di mesetti.

Ad ogni modo, non posso che augurare a questo amico che il prof possa incidere sulla sua vita professionale quanto ritengo l'abbia fatto sulla mia.

mercoledì 21 aprile 2010

Ad un lettore occasionale

È da un bel po’ che non scrivo su questo blog nonostante di cose da raccontare ce ne siano a bizzeffe. Ma questo post non vuole essere un racconto di cosa mi accade quanto un messaggio che spero non venga mai letto dal destinatario.

A quel destinatario voglio chiedere scusa per quello che ho fatto stamattina: sono stato un egoista immaturo.

PS: ogni commento in calce a questo post è inutile e, senza giri di parole, non desiderato.

domenica 20 dicembre 2009

Falsa partenza

Immaginatevi la scena: dopo una nottata passata a cercare di combattere il sonno, riuscite finalmente ad entrare sull’aereo che vi porta in vacanza. Riuscite finalmente a sedervi ed a lasciarvi andare tra le braccia di Morfeo sicuri che, a quel punto, il grosso è fatto.

Ad un certo punto il risveglio, quasi scocciati dall’interruzione al vostro meritato sonno, guardate fuori dalla finestra e vi rendete conto che non state volando.

Quasi meravigliati, vi chiedete se siete effettivamente arrivati a destinazione e, con vostro grande disappunto scoprite che non siete neanche decollati. Ed il vostro già grande disappunto non può che aumentare quando scoprite che l’ora prevista per il decollo è già trascorsa da un bel po’. Magari è colpa della neve che scende incessante, penserete voi…

Ecco queste sono le premesse di una giornata di merda. Tutto perché, un “aereoporto” svedese (il virgolettato è d’obbligo quando si parla Skavsta, per gli italiani Scaccsta) è stata presa di sorpresa dalla rottura della macchina usata per spargere l’antigelo sulle ali degli aerei. L’antigelo a Dicembre? In Svezia? Ma te guarda…

Ovviamente si è avuta la riprova che tutto il mondo è paese e guarda caso la professionalità svedese è stata messa a dura prova dalla combo letale “domenica a tre giorni dal Natale” cui si sarà aggiunta inevitabilmente la “fika delle 11” (e poi i politici italiani parlano degli svedesi come gente che pranza al posto di lavoro…).

Fatto sta che, anche grazie alle “security policy” siamo rimasti chiusi nell’aereo dalle 6.45 alle 13.15, orario in cui il volo è stato effettivamente cancellato per ordine del QG di RyanAir da qualche parte in Irlanda.

Double Facepalm - for when one facepalm doesn't cut it

A questo punto si finisce nel tragicomico. Anzi no, solo tragico.

Tragico perché, in barba alla anche più banale regola di sicurezza, l’aeroporto esplodeva di persone tra quelle che si erano accumulate nella mattina, quelle che arrivavano ignare a prendere il loro volo e quelle che inevitabilmente atterravano.

A questo punto FailAir non ha smentito sé stessa ed ha scelto di gestire la cosa nel modo peggiore. Anziché gestire il singolo volo come, toh guarda, un volo, quei pazzi irlandesi assetati di soldi (ma non erano gli scozzesi?) hanno preferito far si che ognuno dei poveri profughi si prenotasse attraverso il sito un posto nei voli dei giorni successivi dando vita ad un aumento dei prezzi non indifferente. Come se ci fossero posti liberi per ospitare un intero aeromobile, tra l’altro.

Nel mio caso specifico, il volo per Ciampino di lunedì era già pieno e quello per mercoledì 23 era già quasi pieno. Di fatto saremmo dovuti quasi slittare tutti a venerdì 25. Considerando che sarei dovuto risalire la stessa domenica, mi ero già preparato psicologicamente a passare il Natale a Stoccolma. Non che la cosa mi facesse impazzire, sebbene, in caso di non partenza, fossi stato invitato al pranzo del giorno di Natale da una famiglia italo-svedese coinvolta in questo epic-fail.

Per fortuna l’Angelo del Focolare è venuto telematicamente in mio soccorso trovandomi un volo per domani. Un giorno di ferie sputtanato, ma amen.

Non posso che accompagnare questo post con un’immagine che circola su internet. (clicca per ingrandire)

Mosaico di Facepalm

mercoledì 16 dicembre 2009

Il saggio e la Luna

Un vecchio adagio cinese recita:

Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito

Certo, ai più può sembrare ironico accostare la figura di Massimo Tartaglia a quella di un saggio, soprattutto ora che è stato accertato che il ragazzo era stato sottoposto a cure psichiatriche per dieci anni. Ma, come si suol dire, è proprio lì che “voglio andare a parare”.

Premetto che sono convinto che un atto come quello cui abbiamo assistito l’altro giorno è da deprecare perché l’uso della violenza è sbagliato a prescindere. Ma forse il punto è proprio questo.

 Berlusconi e Tartaglia

Tutti noi ci siamo trovati a discutere sull’atto in sé, cosa giustissima, ma pochi, anzi nessuno, si è chiesto cosa abbia spinto una persona a fare ciò che ha fatto, a prescindere della premeditazione.

Berlusconi, dopo l'aggressione subita a Milano

Ancora, tutti si sono indignati dei gruppi di Facebook spuntati dal nulla che in qualche modo inneggiano all’atto di Tartaglia, ma nessuno si chiede perché tutte queste persone hanno agito in quel modo.

O forse lo fanno ma non lo danno a vedere.

Ad ogni modo, io trovo che l’atto di Tartaglia sia solo l’esternazione di quello che molte, troppe persone vorrebbero fare ma che, ringraziando il cielo, nessuno fa grazie ai milioni di freni inibitori che secoli di storia ci hanno inculcato.

Il mona leso

Qualcuno dice che la differenza tra un pazzo ed un sano è che il primo fa quello che pensa, il secondo si riesce a fermare quando crede che quella cosa sia sbagliata.

Che il signor Tartaglia sia un pazzo nessuno lo nega ma, in fondo, io credo che egli sia anche un saggio e spero che qualcuno la smetta di guardare il dito ed inizi a guardare la Luna.

Dopotutto, tutto lo smalto del mondo non può imitare lo spettacolo di una bella Luna piena.

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