Ok, non riesco ancora a sentire queste quattro mura dove sto ora come “casa”, però tornare a camminare per la stazione di T-Centralen e riascoltare le fermate della metro che mi hanno accompagnato in questi 6 mesi mi hanno fatto sentire “a casa”.
Peccato che, una volta rientrato a casa, l’odore delle schifezze cucinate dal padrone di casa mi ha investito con tutto il suo carico di spezie. E peccato che la stanzetta puzza ancora più di piccola. Non a caso uno dei buoni propositi per il 2009 è trovare una casetta tutta mia.
Per quanto riguarda il lavoro, la settimana corta ha aiutato non poco ad assorbire il colpo da fine-vacanze. Ed un altro poco ha aiutato la consapevolezza di non essere più il ragazzo “in prova” ma un dipendente a tutti gli effetti. Sono belle sensazioni.
Certo non sono tutte rose e fiori, altrimenti quella testa di membro che vende gli abbonamenti alla fermata di Abrahamsberg non avrebbe provato a rifiutarsi di vendermi l’abbonamento perché non accetta carta di credito dagli stranieri anche se dotati di pin code.
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