Se in francese “lavorare” si dice “travailler”, che fa molto “travaglio”, ci sarà un perché. Ma il travaglio implica non solo dolore ma anche, quasi sempre, gioia.
Dopo la smazzata di lunedì per consegnare in tempo il progetto su cui stavo lavorando, ho vissuto, e mi è stata fatta vivere, questa settimana in maniera molto rilassata. Certo, comunque ho lavorato e zitto zitto ho fatto 3 ore di straordinario, però in ufficio ho fatto praticamente ricotta. Un po’ di rifinitura qui, un po’ là, un bug fixato qui, una riunione per il prossimo task là, e così via. Ad ogni modo nulla di particolarmente stressante.
Alla settimana tranquilla si affiancano le “soddisfazioni” vere e proprie, come i 1700 sondaggi effettuati a meno di 4 giorni dal lancio della nuova piattaforma (che si occupava, appunto, di sondaggi). Inoltre ho ricevuto i complimenti dal "gotha" del reparto informazioni cui ho dovuto presentare la piattaforma. Inoltre, “quello della macchina” ha fatto espliciti riferimenti ad un aumento a giugno (che comunque avrei chiesto io) quando ci ritroveremo a ridiscutere il contratto.
Dulcis in fundo, in settimana ho fatto da tutor per un paio di orette ad uno dei praticanti. Il poverino si era trovato a dover usare uno dei miei primi pezzi di codice “fighi” che ho scritto da quando ho iniziato a lavorare per Studentum.
Contemporaneamente, altri due praticanti stanno lavorando sul motore di indicizzazione e ricerca che ho realizzato prima delle vacanze di Natale e, anche in questi casi, sono stato incaricato di vigilare sui cambiamenti che stanno apportando per evitare trucchetti sporchi che, alla lunga, potrebbero minare la già difficile leggibilità di un componente centrale quale è il motore di ricerca.
E giusto per rompere la quotidianità, il 25 febbraio avremo un faticosissimo meeting in una struttura dedicata alle conferenze per discutere di divisioni di incarichi e sul futuro dei praticanti e del gruppo in genere. Ah si perché andremo solo noi che lavoriamo a tempo pieno. Personalmente lo trovo una “sparata di posa”, ma venire retribuito per non fare niente tutto il giorno non mi sembra male. Se poi il “non fare niente” è anche sinonimo di “sparlare del prossimo”, beh, tanto meglio!
Oh, per concludere l’elenco delle soddisfazioni lavorative che sto ricevendo in questo periodo… oggi chiedevo in ufficio che tipo di “referenze” richiedessero le persone che postano gli annunci per la casa. La risposta è stata eloquente: un bigliettino di visita del capo ed un invito a farlo chiamare da chiunque mi chiedesse delle referenze. Vad kul!
Per chiudere, come ci insegna la buona Teodora, ho già un impegno per il 24 aprile. Cosa? Una conferenza, in svedese, su una tecnologia che mamma Microsoft è in procinto di lanciare e sul quale il capo sembra intenzionato ad investire. Come detto, la conferenza è in svedese e la partecipazione era facoltativa, ma io mi sono messo in mezzo un po’ per curiosità verso la tecnologia in oggetto, un po’ perchè credo (spero) che lo svedese non sarà un grosso ostacolo ad una manifestazione tecnica. Il fatto che, nonostante il tutto si svolga in orario di lavoro, non avrò ripercussioni a livello di ferie e/o salario è solo un’incidentale, giuro!