Una tra le tante simpatiche rivalità che corrono tra le diverse facoltà dell’università federiciana è quella che divide gli architetti dagli ingegneri. Onestamente ignoro i motivi di tale rivalità, sta di fatto che finanche i professori ne fanno spesso riferimento.
Detto questo, capirete che sentirsi dire “ti promuovo ad Architetto” non è il massimo per un ingegnere. L’occasione? La discussione del nuovo contratto.
E sì, perché in questi giorni finiscono i primi sei mesi di contratto a tempo indeterminato in cui l’azienda ed il dipendente possono conoscersi ulteriormente.
Il colloquio è stato molto soddisfacente, e non parlo solo da un punto di vista materiale. Certo il non indifferente aumento di stipendio fa piacere, soprattutto in ottica casa, ma mi piace vedere la stima che il capo ha per me dietro questo aumento. Stima di cui, a dire il vero, ho avuto costantemente prova avendo lavorato su parti fondamentali del business dell’azienda come il motore di ricerca ed il sistema di richiesta delle informazioni.
Ma prima di parlare dei soldoni ci siamo scambiati il giudizio sul semestre appena terminato e abbiamo parlato della mia figura lavorativa nei mesi a venire. Di fatto non mi occuperò più di piccoli cambiamenti ma dovrei focalizzare la mia attenzione sullo sviluppo o il miglioramento dei macro sistemi che compongono o andranno a comporre il nostro sistema. Ed è proprio in questo dialogo che va contestualizzata la frase riportata sopra.
Con il cambio di ruolo, che di fatto assume il valore di una promozione da mero sviluppatore a qualcosina di più, l’azienda mi offrirà corsi di formazione o anche solamente esami (come le certificazioni Microsoft per cui sto studiando). Ed avrò uno stock di bigliettini da visita.
Diciamo che non posso proprio lamentarmi...
3 commenti:
great job! :D
E bravo : )
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