giovedì 15 gennaio 2009

Alitalia ed Il Grande Fratello

Ovviamente non mi riferisco a quella cosa trasmessa in televisione, bensì al famoso libro di Orwell. No, non c’entrano telecamere e sistemi di spionaggio di vario tipo.

Personalmente trovo che la cosa più shoccante di quel libro sia la capacità del Partito di riscrivere la Storia. Cosa in cui si sta cimentando in questi giorni il nostro beneamato Presidente del Consiglio (e non chiamatelo Primo Ministro, non è una carica della Repubblica Italiana!).

A cosa mi riferisco? Ovviamente alla vicenda Alitalia. Proprio un anno fa, di questi tempi, si parlava della possibilità di cedere la Voragine di Bandiera ad un prezzo tutto sommato decente ad AirFrance. All’epoca Prodi era al governo e dall’opposizione si ebbe una levata di scudi e si alzarono promesse di una “cordata italiana” per salvare Alitalia. Quelle promesse hanno sempre puzzato di “promesse elettorali” a tutti, tutti tranne quel 60% di Italiani che…

Sappiamo tutti come è andata. Lo psico-nano ha vinto le elezioni ed abbiamo visto di che pasta era fatta la “cordata italiana”. Infatti, alla fine gli imprenditori italiani si sono ridotti alla piccola compagnia AirOne, che tra l’altro già rischiava il tracollo economico di suo. Proprio perché rischia(va) la bancarotta AirOne non aveva i mezzi per accollarsi l’acquisto della Voragine di Bandiera e la relativa voragine che portava in dote, lo Stato Italiano, che poi saremmo noi, attraverso il suo Governo, ha deciso di giocare sporco dividendo la compagnia Alitalia o, meglio, i suoi libri contabili, in due compagnie, una buona a cui vanno tutte le voci in attivo dei libri contabili di Alitalia, ed una cattiva. Ma prima di dividere la vecchia Alitalia, il governo ha dovuto pagare l’obolo della presenza alla “cordata italiana”, leggi “AirOne”. Infatti Alitalia ha dovuto comprare AirOne e solo dopo aver fatto un tutt’uno dei debiti delle due compagnie, si è provveduto alla creazione delle due compagnie. In pratica CAI, la compagnia buona, è figlia di Alitalia, e vabbè, e di AirOne, perchè?.

Morale della favola: non solo il Tesoro ha perso quei pochi spiccioli che sarebbero arrivati dalla vendita ad AirFrance, ma si deve accollare anche il costo del fallimento della “bad company”, tutto questo per permettere il solito imprenditorucolo italiota di aumentare i propri guadagni attingendo dalla mammella della sempre-gravida Italia.

Ma una “morale della favola” presuppone la fine della stessa. Ma purtroppo allo schifo non c’è mai fine. Ed ecco che sopraggiunge l’annuncio del nostro beneamato psico-nano che, affacciato dal suo balcone televisivo di Piazza Venezia, annuncia alla nazione tutta che, per offrire un servizio migliore ai clienti di Alitalia, neonata sotto le spoglie di CAI, sta per venire alla luce un accordo con AirFrance per il passaggio di parte di CAI a quest’ultima.

Ri-Morale della favola: anzicchè vendere allo straniero invasore l’italianissima Alitalia, si è preferito acquistare un’altra compagnia italiota sull’orlo del fallimento (perchè?), dividerla in due compagnie, accollare le spese della cattiva allo stato italiano. Ora AirFrance acquisterà parte della “compagnia buona”, quella che porta profitti per capirci, a prezzo di mercato (un prezzo migliore dato che non dovrà accollarsi i fantastilioni di euro di debiti della vecchia Alitalia). Che dire, un sentito grazie Berlusconi ed alla sua “cordata italiana”.

Ah, naturalmente Berlusconi non ha mai menzionato il fatto che a “trovare” e “convincere” AirFrance sia stato il Prodi di cui tanto sparlava all’epoca. Da qui il titolo del post.

Neanche tocco l’argomento Malpensa perchè potrei trovare Stoccolma troppo vicina alla fogna italica e non ho intenzione di emigrare in Australia.

4 commenti:

Dreamer ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Dreamer ha detto...

che dire ... questa manovra è per molti oscura.
Questi molti come hai detto sono un 60% di persone che hanno ahimè diritto di scelta... o voto... ma a quanto pare non di informazione!

Anonimo ha detto...

Eccomi, come da richiesta. A mio parere, il post di Krallo è un po' fuori rotta.

Provo a fare un po di chiarezza su come sono effettivamente andate le cose (per verificare, fate un salto su wikipedia inglese - quella italiana è un macello).

Cruciale è capire il background.
Alitalia era posseduta al 49% dallo stato italiano. Negli anni, causa un management troppo politicizzato, la compagnia si trasforma da normale compagnia aerea a mostro che serve decine di tratte che non hanno alcun valore commerciale nel nome dell'interesse nazionale. La flotta e tutto ciò che le fa di contorno crescono a dismisura fino a raggiungere livelli insani. Un macchina cresciuta troppo che spende decine di migliaia di euro al giorno senza averne un ritorno.
I debiti, ovviamente, si accumulano e diventano insostenibili. A questo si aggiungono le regolamentazioni dell'EU sulla concorrenza che impediscono allo stato di pompare ulteriori soldi nelle casse dell'azienda. Alitalia va dritta verso la bancarotta, si scegli di vendere per salvare il salvabile.

L'offerta di Air France/KLM arriva a fine 2007 - per tutto il gruppo Alitalia. In soldoni, se accettata l'offerta avrebbe effettivamente messo in mano la compagnia ad Air France. Ora, una compagnia come Alitalia HA un enorme valore strategico nell'economia nazionale. Metterla in mano straniera è un rischio colossale, non tanto nel breve termine ma nel medio-lungo.
Casini, Prodi e Berlusconi litigano su questo punto (io personalmente ero e sono d'accordo con Berlusconi su questo punto, pur non avendo votato la sua coalizione), vince Berlusconi ed Air France si ritira.

Arriva la CAI, che non è composta solo dal proprietario di AirOne ma anche da altri 15 soggetti, guidati da Banca Intesa. CAI fa un'offerta onesta (come certificato dall'unione europea, che ha definito il prezzo pagato come "fair market value") che viene accettata. Una volta fatta questa acquisizione, CAI si compra anche AirOne, che non è che sia messa malissimo (è profitable, e non tiratemi fuori i debiti a meno che non abbiate una minima idea di come si legge un financial statement e da dove saltano fuori quei numeri).

Nel frattempo, per rendere possibile la vendita, si divide Alitalia in due parti: quella buona, che è profitable e quella cattiva che la ha resa quello che è (i toxic assets). Questo non è un giocare coi libri contabili ma una manovra standard quando si cerca di evitare la bancarotta e salvare il salvabile. Lo stato italiano paga questo fatto? Si, ci perde ma è giusto che sia cosi. E' il prezzo da pagare per la politica idiotica che ha portato avanti per decenni, governo dopo governo, di destra e di sinistra.

Poi, CAI vende il 25% di Alitalia ad Air France (quota di minoranza) nell'ottica di una partnership per mantenere servita Malpensa, cosa che E' di interesse nazionale.
Dire "è stato Prodi che ha trovato Air France" è un discorso stupido perchè a) Air France non è stata "trovata" proprio da nessuno, si è presentata da solo per mero interesse economico e b) la vendita del 25% fatta ora ha un'ottica ed un peso totalmente diverso dalla vendita del 100% che si era delineata prima.

La bottom line è che, vendendo a CAI, si è preservata la voce in capitolo italiana sul futuro di Alitalia (almeno nel breve/medio periodo) e si sono limitati i danni. Personalmente, per quanto imperfetta, ritengo questa soluzione buona.

Fine wall of text del quale non interessa nulla a nessuno :P

Kralizek ha detto...

ringrazio Hatsu per aver postato quello che già mi aveva spiegato su msn per un pomeriggio.

Viste le castronerie che ho scritto, ho trovato doveroso scrivere un resoconto più informato e non semplicemente fare finta di nulla cancellando il topic ;)

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